Jalāl al-Dīn Rūmī
(1207, Balkh, Afghanistan - 1273, Konya, Turkey)
L’ essere umano è come una locanda
ogni mattina un nuovo arrivo.
Una gioia, una depressione, una meschinità..
come visitatori inaspettati
arrivano istanti di consapevolezza
Dai loro il benvenuto ed intrattienili tutti!Anche se sono una moltitudine di sofferenze,
che violentemente si abbatte sulla tua casa
vuotandola di tutti i suoi arredi,
ciononostante, tratta ogni ospite con rispetto.
Potrebbe essere lì per fare spazio a nuove gioie.
I pensieri oscuri, la vergogna, la malevolenza,
vai loro incontro sulla soglia ridendo,
e invitali ad entrare.
Sii riconoscente con chiunque si presenti,
perché ciascuno è stato mandato
come una guida dall’alto.
La pratica della Mindfulness: un’alleata preziosa per alleviare stress e disagio emotivo e promuovere un maggior benessere
Articolo Scritto dalla dott.ssa Cinzia Franchi
Il nostro sistema corpo-mente si attiva costantemente con dei riflessi per perseguire ciò che è piacevole ed evitare ciò che è sgradevole. Viviamo gran parte della nostra vita reagendo a ciò che accade, con l’obiettivo primario di evitare il dolore (fisico ed emozionale). In qualche modo, possiamo dire che dentro di noi è sempre attivo un “pilota automatico” che guida al posto nostro sulle strade della nostra esistenza.
Questa primordiale e indispensabile strategia di sopravvivenza può rivelarsi però inadatta e dispendiosa, quando non dannosa in termini di benessere ed equilibrio, in molte delle esperienze che viviamo nella quotidianità.
Per intenderci, possiamo dire che il nostro sistema endocrino e cardio-vascolare si comporta, durante una situazione che per noi è stressante (ad esempio un’arrabbiatura, uno stato di paura, una forte emozione, uno stato d’ansia anticipatoria) come se fossimo una preda in balia di un predatore nella savana, producendo ormoni dello stress (cortisolo) e attivando il sistema simpatico in misura potenzialmente dannosa, alla lunga, per il nostro benessere psico-fisico.
Non è necessario sottolineare che, per quanto il nostro capo o collega possa essere stato spiacevole questa mattina, di certo non ha messo in pericolo la nostra vita! Il punto è quindi poter attingere a una modalità d’essere che favorisca una riposta più adatta del nostro intero organismo.
Con il termine mindfulness (generalmente tradotto come consapevolezza o presenza mentale) intendiamo quello stato mentale attraverso il quale portiamo attenzione, in modo intenzionale, aperto e non giudicante, al momento presente.
Essere consapevoli significa riconoscere in modo chiaro, morbido e pacifico ciò che succede dentro e fuori di noi, sviluppando la capacità di stare nel “qui e ora”.
Questa apparentemente semplice modalità dell’essere porta con sé una possibilità rivoluzionaria: riconoscere il nostro pilota interno, e poter accedere ad una maggiore autodeterminazione nel condurre la nostra vita.
Se analizziamo la parola responsabilità, a cui spesso attribuiamo un carico di pesantezza o obbligo, vediamo che in realtà significa “abilità di rispondere”.
La pratica della mindfulness si pone come una risorsa efficace per imparare a riconoscere lo schema inconscio in atto e familiarizzare con la possibilità di disinnescare il “pilota automatico”: ci insegna quindi a passare dalla reazione alla risposta. In ultima analisi, ci supporta nel creare uno spazio di presenza mentale rilassata fra ciò che accade , ciò che sentiamo e la nostra reazione automatica e poter scegliere , momento per momento, la direzione della nostra vita con maggiore autodeterminazione e creatività.
Come coltivare la risorsa della mindfulness? I presupposti per lo sviluppo della consapevolezza sono il rilassamento e la gestione dell’attenzione.
L’attenzione viene addestrata ponendola su semplici oggetti come il corpo e il respiro, allenamento che rinforza l’abilità di aprirci sempre più alle informazioni disponibili ai sensi nel momento presente.
Coltivare la mindfulness significa poter portare una spaziosità nella mente affollata, un piccolo vuoto fra un pensiero e l’altro, uno stato di calma e attenzione al presente , attraverso le ancore del respiro e dell’attenzione sul corpo.
Infatti quando la mente si riempie della diretta esperienza sensoriale, non c’è posto per altro ,e il desiderio che le cose siano diverse da come sono si dissolve.
Nasce un nuovo stato mentale, l’equanimità, ossia un modo di poter stare nel presente con il piacere senza sviluppare attaccamento o nel dolore senza resistenza o negazione. Possiamo accogliere noi stessi e la nostra esperienza così come si presenta. Possiamo stare vicini alle altre persone così come sono.
La prospettiva della mindfulness può essere quindi vista, metaforicamente, come un atto di ospitalità: un modo di imparare ad accogliere e trattare noi stessi con gentilezza e attenzione, esattamente così come siamo ora, e che ci offre la possibilità di porci gradualmente nello stesso modo verso l’ambiente e verso gli altri, comunque siano.
In questa visione vorrei lasciarvi alla lettura di una poesia di Rumi, poeta e mistico persiano vissuto nel XIII secolo.
Jalāl al-Dīn Rūmī
(1207, Balkh, Afghanistan - 1273, Konya, Turkey)
L’ essere umano è come una locanda
ogni mattina un nuovo arrivo.
Una gioia, una depressione, una meschinità..
come visitatori inaspettati
arrivano istanti di consapevolezza
Dai loro il benvenuto ed intrattienili tutti!
Anche se sono una moltitudine di sofferenze,
che violentemente si abbatte sulla tua casa
vuotandola di tutti i suoi arredi,
ciononostante, tratta ogni ospite con rispetto.
Potrebbe essere lì per fare spazio a nuove gioie.
I pensieri oscuri, la vergogna, la malevolenza,
vai loro incontro sulla soglia ridendo,
e invitali ad entrare.
Sii riconoscente con chiunque si presenti,
perché ciascuno è stato mandato
come una guida dall’alto.
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