mercoledì 7 novembre 2012

Come attivare la propria volontà dando ascolto ai propositi personali nel perseguire una vita in consapevolezza



«Meglio svolgere in maniera me­diocre il tuo dharma, piutto­sto che in modo eccellente il dharma altrui» così Lord Krishna parla ad Arjuna, come narrato nelle antiche scritture della “Bhagavad Gita”. Se conoscere il tuo obiettivo è importante, sapere come fare a raggiungerlo, lo è ancora di più. Inde­cisione, ritardi e procrastinazioni sono il preambolo di un’opera mancata, laddove sen­so pratico, motivazione e chiarezza sono gli elementi focali per portarla a compimento. Essere consapevoli significa vivere nel presente, nel qui e ora. È un senso di com­pletezza che proviene dalla perfetta inte­grazione della mente con il corpo. In uno stato di consapevolezza non c’è spazio per fantasticare o dubita­re, poichè la presenza di spirito è forte e influenza ogni senso: essere consapevoli significa essere in controllo.
Salute
Le tre energie
La natura terrestre, secondo le sacre scritture indu, è attra­versata da tre energie o Guna (Rajas, Tamas e Sattva). Parte della pratica yogica è dedicata a sviluppare la capacità di vedere la vita oltre i limiti, intesi come forme e concet­ti, cogliendo altresì le qualità che si celano dietro ogni co­sa, “bella o brutta” che sia. Quando si riconosce quale dei Guna influenza maggiormente il proprio cammino, raggiunge­re l’equilibrio interiore diventa più semplice.
Rajas
Generalmente l’energia che caratterizza questo Guna è passionale, frenetica, tu­multuosa e molto creativa. In sanscrito la radice di questo vocabolo significa “impuro”. Una persona guidata solo da questo Guna, di solito, è ambi­ziosa e competitiva. Il cibo con caratteristiche rajastiche è in genere stimolante: alimenti amari, speziati o acidi, come il caffè o il peperoncino.
Tamas
Una personalità il cui Guna è Tamas è piuttosto insensibile, fredda e ombrosa. In sanscri­to significa “oscurità, nero o blu scuro”. Essere dominati da questo Guna significa, da un lato, agire guidati dal­la brama di possedere, dall’al­tro, essere insensibili ai bisog­ni altrui. Il cibo che presenta caratteristiche tamasiche, in genere, è proteico, come la carne, ma possono essere ta­masici anche cibi in scatola, riscaldati o fermentati. Man­giare troppo è Tamasico.
Sattva
Essere influenzati da questo Guna significa essere calmi, in pace e compassionevoli. In sanscrito Sat significa “es­sere, inteso come colui che dovrebbe essere, perfetto”. Il cibo di carattere sattvico nutre il corpo ed è facile da digerire; cereali, frutta e ver­dura freschi di stagione, latte e yogurt presentano queste caratteristiche.
NB: Siamo tutti dominati dal­l’interagire di ciascun Guna e in certi periodi della nostra vita, uno può essere più do­minante dell’altro. Potranno esserci interi periodi perva­si da energie tamasiche, ma siate certi che passeranno. Imparate a vederli scorrere sapendo che nessuno dei Guna resta dominante per un lungo periodo di tempo.
Gioco sensibile
Yoga Nidra e Sankalpa
Sdraiati a terra in Savasana. Concentrati sui rumori circo­stanti, lasciandoli fluire, fin­chè non abbiano più alcuna importanza. Poi fai scorrere l’attenzione su varie zone del corpo, partendo dai piedi fino ad arrivare alla testa. Quindi, dedicati alla respirazione, contando fino a 12 durante l’inspirazione e fino a 12 du­rante l’espirazione. Ora concentrati su tre coppie di sensazioni op­poste: caldo-freddo, stress-sollievo, dolce-amaro, così facendo entrambe le parti dell’emisfero cerebrale si riequilibrano. Adesso imma­gina di essere in un luogo familiare e che doni rilas­satezza, come una spiag­gia, un bosco, un deserto. Semplicemente osserva il tuo essere rilassato alla presenza di uno scenario naturale così maestoso.
Il diario
L’intenzione dietro ogni azione Sankalpa in sanscri­to significa “propo­sito” e consiste in un’affermazione che costituisce il seme della riuscita di un’intento, qualora questo sia ben chiaro e in linea con il proprio cuore. Usare il Sankalpa significa attivare la propria volontà. Praticarlo significa affermare con fermezza il proprio intento. «Metto in pratica la gentilezza verso chiunque - So­no in grado di farcela - Smetto di ascoltare ciò che pensano gli altri e agisco, guidato dal mio cuore - Sono forte e sono in salute» e cosi via. Se Sankalpa è un seme, ricordati di irrigare la terra (le tue azioni) con volontà e conci­marla di fermezza. I risultati non si faranno attendere.
Il buon senso

A volte per riuscire a darsi la giusta moti­vazione e compiere i passi che servono per raggiungere i propri obiettivi è necessario seguire alcuni passaggi che ci “costringano” a portare a compimento le azioni. Prima di tutto è necessario rendersi conto con chiarez­za di quali siano i benefici del riuscire final­mente a concludere quanto programmato, e magari da tempo rimandato. Per prima cosa prendi carta e penna, poi calcola i vantaggi che deriveranno dal portare a termine l’azio­ne; quindi fai un elenco delle mosse necessarie per realizzare il tuo obiettivo. Non cercare a tutti i costi di fare da solo. Coinvolgere una persona che ti è vicina mettendola al corrente dei tuoi programmi e dei tempi previsti può essere di grande stimolo, spronandoti ad agi­re. Infine decidi un premio per la missione compiuta (un viaggio, una cena al ristorante preferito). E adesso, azione!


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