Prima di vedere nel dettaglio le asana e come riuscire a preparare il corpo anche per quelle più complicate (Vinyasa Krama), prima quindi di andare avanti con l’analisi degli otto stadi dello Yoga (ricordo che abbiamo visto solo le “radici” Yama e Nyama, il passo successivo sono proprio le asana), voglio fare un accenno divisione in Caste della società indiana. Secondo la tradizione indiana la società è divisa in quattro caste: divisione alla quale si può fare un parallelo con la pratica dello Yoga:
I Sudra: I braccianti – Un principiante di Yoga deve lavorare duramente per imparare (Prerogativa dei braccianti). Non certo per la fatica fisica, ma per l’impegno, la costanza, la disciplina che deve mettere nella pratica. Accade infatti che alcuni allievi non siano costanti, saltando o spostando le lezioni periodiche, o non effettuino giornalmente il sadhana che il Mestro gli ha dato.
I Vasaya: I mercanti – Quando il praticante sarà diventato bravo potrà guadagnarsi da vivere ed esprimere sé stesso con l’insegnamento (Prerogativa dei mercanti).
I Kasatrya: I guerrieri - Successivamente sarà inevitabile sottrarsi alla competizione con i colleghi (Prerogativa dei guerrieri). Non si parla di competizione intesa dalla mente occidentale. Nello Yoga infatti non c’è competizione con sé stessi o gli altri, ma un continuo confrontarsi per la propria crescita.
I Brahmana: I Sacerdoti – Nell’ultimo periodo l’allievo penetra profondamente l’essenza dello Yoga per attingervi il nettare della sua realizzazione spirituale.
Queste divisioni si possono riscontrare anche in molti altri campi della vita. La vita dell’essere umano, considerata nella tradizione di 100 anni, viene suddivisa in quattro fasi ( Asrama) di 25 anni l’una:
Bramacharya: La fase dell’educazione in senso lato e dell’educazione religiosa.
Garhastaya : La fase della vita nella famiglia (nella società, nazione, nel mondo..)
Vanaprastha: La fase della preparazione alla rinuncia alle attività familiari.
Sanyasa: La fase del distacco dalle cose di questo mondo e della devozione al servizio del Divino.
Si distinguono anche quattro scopi nella vita:
Dharma: La disciplina degli obblighi etici, sociali, e morali.
Artha: L’acquisizione dei beni temporali, che significa guadagnarsi da vivere per mantenere il corpo in buona salute e non accaparrare ricchezze inutili.
Kama: I piaceri della vita. In questo stadio della vita si impara a liberarsi dai piaceri del mondo e a procedere verso la realizzazione di sé stessi.
Moksa: Libertà dalla schiavitù dei piaceri del mondo. Secondo Patanjali questa liberazione può giungere solo in assenza di malattia, apatia, dubbio, negligenza, pigrizia, sofferenza ecc…
Nei prossimi numeri vedremo volta per volta le Asana, la corretta modalità per il loro svolgimento, il significato ecc. ecc.
Om Shanti. Swami Dhyan Nirman
Le Caste indiane e lo Yoga
Nessun commento:
Posta un commento