Che tu sia un praticante o no di yoga, ti sarà capitato sicuramente di sperimentare quella volta in cui in preda ad una stanchezza fisica o mentale ti sei ritrovata/o ad avercela con tutto il modo o semplicemente a rispondere male a qualcuno pur non volendo...o meglio volendo ma forse e più semplicemente solo in modo spontaneo ed inconscio, per trovare una valvola di sfogo alla tua stanchezza e/o rabbia.
Ed è esattamente così: il più delle volte ci arrabbiamo perché non siamo “riposati” abbastanza per guardare con distacco e capire che in fondo agire con gentilezza anche sotto stress, non farebbe che bene, prima di tutto noi stessi!!
Così ecco che se volete identificare un vero yogi, forse la prima cosa che potete notare e verificare è la sua naturale capacità di non usare mai parole volgari, di non alzare mai la voce, di continuare ad essere gentile anche in situazioni in cui potrebbe obiettivamente arrabbiarsi e tutto questo per un semplice motivo, anche un po’ egoista se vogliamo: in genere uno yogi è un umano che ha capito che essere gentile ed educato è un bene soprattuto per se stesso e in primis per il suo cuore, per percepirlo sempre leggero e poi di conseguenza anche per tutti gli altri intorno a lui. Quindi il paradigma è in un certo senso ribaltato: per uno yogi non si è gentili ed educati per gli altri, ma si è gentili ed educati in primis per se stessi e per preservare la leggerezza del proprio cuore e quindi e conseguentemente non può non esserlo anche per gli altri.
E poi detta in parole molto più semplici una persona che vive yoga ha proprio una certa avversione naturale per tutto quello che stona, suona male, risulta smaccatamente volgare, urlato o altro e difficilmente appunto utilizzerà queste modalità per esprimersi!
Nei suoi momenti di difficoltà, rabbia, stress o tristezza fa poi in genere “uso”di altri importanti strumenti che gli permettono di ricordarsi sempre e riconciliarsi con la sua pace e tranquillità interna che è poi propria ad ogni essere umano in quanto tale! Uno tra questi è proprio la pratica delle mudra.
In particolare Apana Vayu Mudra e cioè il gesto in cui ti parlo nel video qui:
viene considerato proprio una mudra salva vita e salva cuore.
Questo non solo perché tra i vari benefici sembra che abbia la capacità di regolarizzare diverse complicazioni di carattere cardiaco, rafforzando e guarendo importanti disfunzioni del cuore, ma anche perché il suo sigillo energetico stimola e rinnova le capacità di essere e vivere in amore incondizionato e compassione.
Parole quest’ultime che a volte possono dire tutto e niente, ma che in pratica sono le lenti di cui si ha fondamentale bisogno per capire che anche gli atteggiamenti ingiusti, arroganti o sbagliati degli altri nei nostri confronti, nascono da una mancanza di lucidità e pace interna a cui è completamente inutile rispondere nella stessa misura, riconducendo il tutto ai soliti piccoli giochi dell’ego.
Le mudra ricordano a uno yogi che è il suo corpo è un mezzo per evolversi e “elevarsi” e non per scendere ancora più in basso.
“La dea dormiente (la coscienza) all’ingresso della porta di Brahma (il cuore) dovrebbe essere costantemente svegliata praticando a fondo le mudra” – Hatha Yoga Pradipika (3;5)
In particolare Apana Vayu Mudra assume diversi nomi ognuno interessante perché ne evidenzia una sua specifica proprietà.
Potrai infatti trovarlo indicato come Hridaya mudra una bellissima parola sanscrita che potremmo tradurre grossolanamente come “cuore spirituale“, ma più nello specifico composta dai fonemi “hri” dare, “da” prendere, e “ya” stessa radice di “yam”, non a caso bija mantra del cuore, che indica equilibrio. Pertanto, Hridaya è tutto “ciò che dà e prende in perfetto equilibrio“: allo stesso modo in cui il cuore fisico fa questo con il flusso sanguigno, hridaya lo fa a livello sottile e spirituale!
Altro nome sotto cui potrai trovare indicata questa mudra, forse un pochino più difficile da pronunciare, è Mrit-Sanjeevni mudra. Nella mitologia indiana Sanjeevani era un erba magica in grado di resuscitare i morti e offrire immortalità, menzionata nel Ramayana.
Apana o Apan Vayu mudra, è infine il nome di questo gesto che ne indica al meglio la logica alla base della sua funzionalità. Per capire più facilmente tuttavia, dobbiamo però prima fare un passo indietro.
Secondo l’Ayurveda, il nostro corpo è composto da cinque elementi Terra, Acqua, Fuoco, Aria e Spazio rappresentati ciascuno da ognuna delle nostre cinque dita:
Pollice – Energia del fuoco – AGNI
Dito indice – Energia dell’aria – VAYU
Dito medio – Energia eterica – AKASH
Anulare – Energia terrestre – PRITHVI
Mignolo – Energia dell’acqua – JAL
Equilibrando questi cinque elementi aiutiamo il buon funzionamento delle ghiandole interne nelle diverse parti del nostro corpo. Pertanto mentre eseguiamo Apana Vayu mudra facciamo quattro cose contemporaneamente:
- Piegando l’indice alla base del pollice, l’elemento dell’aria viene ridotto, il che allevia immediatamente il dolore al cuore. Toccando la punta del pollice con i polpastrelli del medio e dell’anulare, aumentano invece gli elementi di fuoco (calore), spazio e terra.
- L’impurità nel sangue vengono rimosse con l’aumento dell’elemento termico.
- L’aumento dello spazio aiuta invece a fornire più ossigeno alle arterie del cuore.
- E infine l’aumento dell’elemento terra aiuta a rafforzare i muscoli del cuore.
Quindi, con un gesto molto semplice delle nostre dita, agiamo su quattro aree ben specifiche, utili a prevenire persino gli infarti. Apana Vayu mudra è utilie tuttavia anche per:
- ridurre nervosismo e insonnia, poiché calma il sistema nervoso;
- alleviare acidità, formazione di gas, eruttazione, malattie dell’intestino, coliche, colite, ecc.
- rimuovere tutte le emozioni negative dalla mente e tutta la pressione negativa del corpo.
Come si realizza: entrambe le mani. Piegate l’indice e portatene la punt a contatto con la base del pollice. Allo stesso tempo, la punta del dito medio ed anulare toccano la punta del pollice. Il mignolo è disteso.
Quando praticarlo: 5 minuti prima e dopo la tua pratica yoga. Oppure 3 volte a giorno in sessioni da 15 minuti ciascuna. Oppure mentre cammini.
Affermazione positiva da usare come mantra: Io ho il tempo e la libertà di vedere la bellezza e godere del silenzio.
In alternativa mantra in sanscrito da associare: Om Tryambakam Yajaamahe Sugandhim Pushthi Vardhanam Urvaarukamiva Bandhanaan Mrityor Muksheeya maamritaat
Visualizzazione consigliata: Immagina un bocciolo di rosa nel tuo cuore. Ogni volta che espiri si apre un petalo, finché tutto il fiore è aperto. Ora i petali sono tutti aperti e la corolla si allarga un po’ di più ogni respiro, finché è più grande del normale e vi si appoggia sul petto. Il fiore segue lo stesso movimento del vostro petto che si alza e si abbassa ritmicamente con il fluire del respiro. Forse ora riesci anche a sentire il profumo della rosa.
Apana Vayu Mudra: un gesto salva cuore..e salva pace interna
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