giovedì 10 marzo 2022

Chi ama veramente non critica, comprende...


Non bisogna credere che siano necessariamente le persone per bene a sottolineare la disonestà, l’ingiustizia e la cattiveria negli altri. Al contrario, spesso sono proprio coloro che hanno quei difetti a vederli dappertutto: sono sempre critici e sospettosi, perché giudicano il mondo intero attraverso se stessi. Viceversa, coloro che possiedono grandi qualità morali non notano così tanto i difetti delle persone che frequentano, perché vedono gli altri attraverso le qualità che essi stessi possiedono. 
Ogni essere umano può vedere soltanto attraverso i propri occhi, ed è lui stesso a plasmare i propri occhi tramite i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Se incontrate persone che vi parlano unicamente dei difetti degli altri, sappiate che, in un modo o nell’altro, le rivelazioni che vi fanno riguardano anzitutto se stessi. Se possedessero la nobiltà, la bontà, l’onestà e soprattutto l’amore, troverebbero anche negli altri tutte queste buone qualità.Perché questa tendenza generale a sottolineare gli errori degli altri? Perché accanirsi su uomini e donne che si dibattono fra tante difficoltà? La cosa più straordinaria è che criticandoli si crede di dar prova di lucidità e saggezza, ma anche di amore. Obietterete che «chi ben ama, ben castiga», secondo il detto, e che il castigo comincia dalle critiche. No. In parecchi casi l’amore non consiste nel criticare, e nemmeno la saggezza. Amare gli esseri significa comprendere le loro difficoltà e agire con delicatezza per alleviare le loro sofferenze. Ora, la critica tende piuttosto a scalfire, a graffiare, a ferire. Non è più amore: è un massacro. Il vero amore non si macchia di sangue poiché è grande e luminoso. Per mezzo suo vi legate a Dio, e Dio vi consiglia i metodi migliori per agire con gli esseri. Cos’è un buon critico? Un buon giardiniere che sa potare gli alberi, sfrondarli, raddrizzarli e sbarazzarli dai bruchi e dagli insetti nocivi. Egli preserva ciò che è buono, e ben presto ecco apparire fiori e frutti magnifici.





Omraam Mikhaël Aïvanhov

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