mercoledì 1 agosto 2012

Il fiore di Loto non è solo una pianta ornamentale acquatica. I suoi frutti, essiccati, sono ottimi abbellimenti per composizioni floreali e sono commestibili.







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Buddha e fiori di Loto
Una delle bellissime ornamentali piante acquatiche, con decorative foglie pelate e colorati fiori che
fuoriescono dall’acqua, è il fiore di Loto


Secondo la tradizione Induista esso è la porta del grembo dell’universo e indica l'auto-creazione o l'auto-esistenza ovvero, rappresenta il ciclo vitale della terra che inizia con la nascita della terra dal caos. 
Nel Buddismo tantrico ognuno di questi fiori rappresenta uno stato spirituale
Quasi tutte le divinità del Buddismo sono rappresentate sedute su tali fiori perché sono il simbolo della purezza. 
Ogni varietà di fiore di Loto, in tale religione, rappresenta uno stato particolare; il bianco è simbolo di purezza mentale, il rossocompassione da parte di Buddha, l’azzurro è la sua intelligenza suprema e spesso viene rappresentato non sbocciato in quanto l’uomo, essere mortale, non può contemplarla perché perfetta, il rosa invece è la massima espressione della divinità e rappresenta il Buddha Siddhartha Gaitama. 

Il suo nome botanico è Nelumbium ed appartiene alla famiglia delle Nymphaeaceae. 
Il fiore di Loto, originario dell’America centro-meridionale (Nelumbo lutea Willd. 1799),dell’Asia e dell’Australia (Nelumbo nucifera Gaertn. 178), è una pianta perenne ma la sua massima efflorescenza l’abbiamo nella stagione estiva. 
Fiori di Loto


Utilizzata in laghetti, vasche idroponiche e specchi d’acqua, necessita di piccoli accorgimenti e cure. 

Resistente alle basse temperature è eliofila etermofila, ama cioè molto il sole e predilige acque calde e stagnanti. 

I suoi boccioli sono ovali e schiudendosi diventano molto grandi. 
Il fiore arriva ad altezze di circa 80 cm arrivando anche oltre il metro. 

Il picciolo, posizionato al centro della lamina verde rotonda, è increspato e rivestito di un malto ceroso.  

Le sue foglie sono idrofobiche pertanto si mantengono costantemente pulite. 
Questa particolarità è una proprietà che, con la nanotecnologia, si sta studiando anche per altri materiali quali tessuti e vernici dalla quale deriva il nome: effetto loto.

Occorre piantarle in un terreno molto fertile misto a torba e devono essere ricoperte per almeno 25-30 cm di acqua affinché le radici mantengano una temperatura calda e costante. 
Se piantate in vasca occorre distendere sopra uno strato terroso di almeno 15 cm ed aumentare il livello  di acqua 
Fiori di Loto
man mano che crescono. Se crescono troppo occorre diradarle affinché non siano troppo pesanti. 


La sua moltiplicazione avviene per divisione di rizomi sotterranei o con la semina primaverile in un terreno ricco di sostanza organica. 
Occorre attendere circa 4 mesi per vedere la prima fioritura stando attenti ad aggiungere gradualmente acqua con lo sviluppo della pianta. Afidi e funghi sono i suoi peggior nemici e vanno eliminati con appositi medicinali consentiti dalla legge.

Il fiore di Loto non è solo una pianta ornamentale acquatica. I suoi frutti, essiccati, sono ottimi abbellimenti per composizioni floreali inoltre, fiori, foglie giovani e rizomi sono tutticommestibili

Nella cultura orientale il rizoma (pning in Cinese, ngau in Cantonese, bhe in India e Pakistan, e renkon in Giapponese) viene spesso utilizzato per condire le zuppe ed i piatti fritti e le foglie sono spesso utilizzate come aromatizzanti durante la cottura dei cibi. 
semi, che consistono in noccioline, sono ricchi di fibre, vitamina C, potassio, tiamina, riboflavina, vitamina B6, fosforo, rame e manganese.  Essi  vengono utilizzati in Cina, mescolati con i rossi d’uovo di anatra salati, per la preparazione della torta della luna in occasione della festa autunnale, oppure consumati freschi, essiccati e come pop corn. 
In Vietnam con gli stami essiccati si prepara un tè molto profumato. 

Il decotto della pianta intera, o delle radici, contenenti tra l'altro oli essenziali, tannini, nelumbina e zinco, vanta proprietà, antidiarroiche, febbrifughe, emollienti, catarrali e antitussigene.







arch. Monica Pezzella

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