venerdì 11 marzo 2022

Perché gridiamo quando siamo arrabbiati?



Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?”
“Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro.
“Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.
“Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: “Allora non è possibile parlargli a voce bassa?”
Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.
Allora egli esclamò: “Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrabbiati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte dovranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro. D’altra parte, che succede quando due persone sono innamorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?
Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.”
Infine il pensatore concluse dicendo: “Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.


C’è chi dice di non arrabbiarsi mai e chi invece è sempre pronto a scattare per un nonnulla.
La verità è che la rabbia è un’emozione che tutti noi conosciamo e che la maggior parte di noi, per cultura, educazione e timore etichetta come “negativa”.
Bisogna distinguere, però, una rabbia sana e una rabbia malsana.
La rabbia sana è un fastidio, una irritazione utile, è quella che ci spinge a difendere i nostri diritti quando è importante farlo per non essere sopraffatti. In questi casi la rabbia è funzionale alla nostra sopravvivenza, diventa un campanello d’allarme che trilla quando qualcosa di nocivo ci sta per accadere.
La rabbia malsana, invece, è una furia, un odio inutile e incontrollabile. Questo tipo di rabbia ci induce a comportarci in modo violento e aggressivo a provocazioni poco importanti. Ci arrabbiamo quando qualcuno viola una nostra regola personale o minaccia la nostra autostima con parole e azioni; oppure ci arrabbiamo quando ci sentiamo frustrati, quando qualcuno si intromette tra noi e il nostro obiettivo.
Sostanzialmente, le motivazioni sono le stesse sia per la rabbia sana che per quella malsana, è il modo in cui gestiamo questa emozione che cambia e che la trasforma da sana a malsana.
La rabbia malsana, quindi la rabbia espressa con furia e odio, rischia di causare rotture nelle nostre relazioni personali (partner, amici, familiari, ecc…), creare problemi sul posto di lavoro e può avere conseguenze anche molto gravi.
Cosa fare allora per imparare a gestire meglio la rabbia?
Il primo passo per gestire la propria rabbia è ascoltarla bene per cercare di capire chiaramente il suo messaggio: dove ci sentiamo colpiti? Cosa vorremmo? La rabbia che sento è proporzionata o esagerata rispetto alla situazione che l’ha provocata?
Una volta che abbiamo risposto a queste domande,  dopo aver recuperato la lucidità, se riterremo ancora giusto arrabbiarci, potremo farlo, ma in maniera intelligente e costruttiva.

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